L’obiettivo più importante che si è voluto perseguire col progetto è l’integrazione fra natura e costruzione, fra terreno ed edificio, il passaggio continuamente suggerito e necessario fra interno ed esterno, la continuità dello spazio disegnato e costruito con quello dei campi e delle coltivazioni.
Questo criterio ha determinato il posizionamento delle aule, della palestra e dei refettori sul terreno naturale, la loro doppia illuminazione e areazione, le falde inclinate e l’articolazione delle aree didattiche secondo le funzioni e l’età dei bambini.
I caratteri più particolari del progetto sono l’adozione di una cellula elementare, desunta dal Modulor di Le Corbusier, che informa tutto l’impianto architettonico e una struttura muraria estremamente semplice, che distingue gli elementi portanti da quelli vetrati e di tamponamento.
La struttura, in sostanza, è costituita da setti murari paralleli, allineati lungo rette perpendicolari alle curve di livello, poste a distanze regolari, multipli del modulo di base. Le coperture in metallo sono lastre leggere, ad un’unica falda, sollevate verso valle, quasi solo coperchi appoggiati, e viste dall’interno si manifestano ancora più leggere per la fascia di luce, non abbagliante, che lasciano entrare e riflettono.